Blocco Rivalutazione CEDU BIS
La rivalutazione delle pensioni torna alla Corte Costituzionale. Per tutti i pensionati che non hanno aderito al ricorso CEDU presentato a giugno 2025, potrebbero riaprirsi i termini per ricorrere alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo.
Cosa sta succedendo?
Il 21 ottobre 2025, la Corte Costituzionale si pronuncerà nuovamente sul blocco della rivalutazione delle pensioni.Una misura che, negli ultimi anni, ha ridotto il potere d’acquisto di milioni di pensionati e che continua a sollevare forti dubbi di legittimità costituzionale.In caso di conferma della legittimità del blocco, si riapriranno i termini per presentare nuovi ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).Questa sarà l’occasione per tutti coloro che non hanno ancora agito di unirsi alla nuova azione CEDU bis.
Cosa significa “CEDU bis”
Nel luglio scorso, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha dichiarato ricevibili i primi ricorsi promossi dallo Studio Legale Frisani attraverso la nostra piattaforma, riconoscendo tra le altre cose che, in caso di sentenza della Corte Costituzionale, tutti possono direttamente ricorrere alla CEDU senza dover prima dar corso alle procedure giudiziarie davanti ai tribunali Italiani.
Perché è importante agire adesso
I termini per ricorrere alla CEDU sono stati recentemente ridotti da 6 a 4 mesi. Vista la brevità del termine e l'alto numero di soggetti interessati a ricorrere, Rimborso.eu sta raccogliendo manifestazioni di interesse da parte di tutti quei pensionati che NON hanno aderito al ricorso CEDU precedente.
Non si tratta ancora di un' adesione formale ma, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, di un modo per essere informati per primi e poter agire subito se la sentenza sarà negativa.
Manifestare interesse oggi significa non perdere tempo domani.
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