
Danni da infezioni ospedaliere?
Scopri se hai diritto ad un rimborso!
Lo stato dei fatti:
- Ogni anno, 4,3 milioni di pazienti ricoverati negli ospedali dell’UE contraggono almeno un’infezione associata all’assistenza sanitaria durante la loro degenza in ospedale che può causare loro un danno, permanente o meno, oppure la morte.
- In Italia, il dato riguardante la stima annuale di infezioni ospedaliere è di 429.272, che corrisponde ad una stima dell’8,2%, non solo è superiore alla media europea del 6,5%, ma anche il secondo peggior risultato del continente dopo il Portogallo (8,9%).
Cosa dicono i dati?
Tipologia infezioni più frequentemente riportate
Respiratorio: 23,5%
Batteriemie: 18,3%
Urinarie: 18%
Infezioni del sito chirurgico: 14,4 %


Patogeni responsabili identificati
Escherichia Coli: 13%
Klebsiella Pneumonie: 10,4%
Pseudomonas Aeruginosa: 8,1%
Staphilococcus Aureus: 8,9 %
Staphilococcus Epidermidis: 6,3%
Fonte: Analisi ECDC 2022/2023
Le cose da sapere
Le infezioni più frequentemente riportate
Sono risultate essere quelle di tipo respiratorio (23,5%), le batteriemie (18,3%), le urinarie (18%) e le infezioni del sito chirurgico (14,4%).
I patogeni identificati come responsabili di ICA sono stati nel complesso 67, di cui Escherichia coli (13%), Klebsiella pneumoniae(10,4%), Pseudomonas aeruginosa (8,1%), Staphylococcus aureus (8,9%) e Staphylococcus epidermidis (6,3%)
Chi può chiedere un rimborso?
- I pazienti della struttura ospedaliera direttamente colpiti dall’infezione che hanno subito un danno permanente.
- I familiari eredi del paziente:
- Sia per i danni subiti personalmente (ad esempio, invalidità temporanea o permanente, danno "catastrofale").
- Sia come conseguenza delle lesioni o del decesso del parente (danno da perdita del rapporto parentale).
La prescrizione
Ai sensi dell’art. 2946 c.c., la prescrizione del diritto al risarcimento del danno ha durata di 10 anni, decorrenti dal momento in cui il paziente viene a conoscenza dell’infezione con apposita diagnosi.
NB! Una differente prescrizione può riguardare gli eredi, a seconda del tipo di azione che intenderanno intraprendere.
Chi deve provare cosa
- Il paziente danneggiato deve limitarsi a provare l’esistenza del contratto (il rapporto che si instaura tra paziente e struttura ospedaliera pubblica o privata) e l’insorgenza o l’aggravamento della patologia (nesso di causalità)
- La struttura ha l’onere di dimostrare di aver agito nel pieno rispetto delle regole di diligenza e prudenza qualificata e proporzionata alla natura della prestazione, dovendo documentare di aver posto in essere e rispettato le più idonee ed efficaci misure.
Cosa dice la Corte di Cassazione
Nel giudizio risarcitorio per danni derivanti da infezioni ospedaliere, spetta al paziente provare il nesso di causalità tra l’aggravamento della condizione patologica (o l’insorgenza di nuove patologie) e la condotta del sanitario. Mentre alla struttura sanitaria, compete dimostrare di aver adempiuto esattamente la prestazione o la prova della causa imprevedibile ed inevitabile dell’ impossibilità dell’ esatta esecuzione.
Con riferimento specifico alle infezioni nosocomiali, la struttura sanitaria dovrà provare:
- di aver adottato tutte le cautele previste dalle normative vigenti e dalle leges artis per prevenire l’insorgenza di patologie infettive;
- di aver applicato i protocolli di prevenzione delle infezioni, nel caso specifico (Cfr. Cass. civ. sez. III, 3 marzo 2023, n. 6386).
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